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L’importanza dei 280 dei primi 1000 giorni nella vita dell’essere umano

INTRODUZIONE

I primi mille giorni che vanno dal concepimento al secondo anno di vita, sono considerati una grande opportunità per la formazione e lo sviluppo dell’essere umano e per la programmazione della salute futura, attraverso l’attivazione dei fattori di rischio e protezione che sono alla base della promozione della salute e della prevenzione delle malattie, soprattutto cardiovascolari e metaboliche.
Infatti, la teoria dell’origine evolutiva della salute e della malattia (DOHaD), riportata da Yuichiro Arima e Hideoki Fukuoka (2020) si basa sul concetto che “le origini delle malattie correlate allo stile di vita si formano al momento della fecondazione, nelle fasi embrionali, fetali e neonatali tramite l’interrelazione tra geni e ambienti (nutrizione, stress o sostanze chimiche ambientali).
Le malattie adulte si sviluppano dopo il parto in ambienti anomali come sovra-nutrizione, molto stress o mancanza di esercizio”. Questo ha dato il via, in diverse parti del mondo, a tutta una serie di iniziative e di progetti volti a migliorare le condizioni e lo stile di vita dei genitori e del bambino, ad una maggiore attenzione verso l’ecologia ambientale, oltre che favorire l’uso delle buone pratiche, quali la preparazione al parto, la “golden hour” (Pignaffo, 2020) nel momento del parto e, successivamente, l’allattamento.

I PRIMI 280 GIORNI DI VITA

Il concepimento segna il passaggio nei genitori del bambino dal mondo interiore e immaginario al mondo reale e dà avvio al periodo dei 280 della gestazione e all’inizio della fase della vita prenatale ritenuta da Maria Andree Bertin (1993), la più importante della vita, perché da essa dipendono le fasi successive, nelle quali vengono poste le basi dello sviluppo fisico e psichico futuro.
Infatti secondo Branka Gabric, il bambino, partendo dalla vita embrionale, si sviluppa secondo una logica di continuità, che prosegue ininterrottamente nei cicli vitali successivi. Anche perché ciò che viene prima condiziona quello che viene dopo.
Fedor Peter Fraybergh (1998) afferma che: “La vita è un continuum indivisibile, che pone le radici nel mondo prenatale, in questo continuum l’individuo rappresenta un’entità in cui la psiche e il corpo sono sincronicamente legati: l’utero è il primo ambiente ecologico che qualifica l’inizio dell’esperienza umana”.
In questa fase, come sottolineato da Edelman e Tononi (2000), lo sviluppo dell’essere umano procede progressivamente, secondo un percorso globale e continuo che va dai geni, alla sintesi proteica, fino a formare le strutture anatomico fisiologiche, poi procede all’organizzazione delle strutture psichiche e infine arriva al comportamento, quale funzione della mente. A partire dalla fecondazione tutti questi processi avvengono con una continuità ben definita tale da non sollevare più dubbi tra gli scienziati.
I 280 giorni sono fondamentali per l’organizzazione del cervello, in quanto la migrazione neuronale consente ai neuroni di raggiungere la loro destinazione finale, in modo da completare il differenziamento e il connettersi con gli altri neuroni per predisporsi alla pianificazione dell’architettura cerebrale. Aspetti questi determinanti dal momento che l’azione dei processi plastici, fortemente individuali, consentono di apportare le modifiche e gli adattamenti necessari all’ambiente condiviso con la madre, essenziali per realizzare, ad esempio, strutture come quelle della motricità, della comunicazione e del linguaggio (Imbasciati e Cena, 2018).
In questa fase ogni ulteriore costruzione di funzionalità del cervello avviene attraverso i processi di autoformazione dell’Io che contribuiscono a plasmare, modellare e organizzare le proprie capacità difensive e di adattamento e, più in generale, concorrono alla formazione del proprio temperamento, essendo il nascituro già dotato di una propria individualità fin dal concepimento. Il temperamento, che rappresenta la struttura biopsichica di base dell’essere umano, ha un ruolo importante nell’affrontare le successive esperienze della vita che confluiranno, poi, nello sviluppo del carattere e, successivamente con l’adolescenza, nello sviluppo della personalità Infatti, è proprio a partire dalle fonti dell’essere che il corpo si forma e allo stesso tempo si educa, acquisendo nuove informazioni attraverso l’esperienza (Bertin, 1988) con ricadute nelle generazioni successive (Reik e Walter, 2001).
Nell’analizzare le prime fasi di un essere umano (Soldera, Da Mar, Verticilo, 2019 p. 41) dobbiamo ricordare che l’essere umano, il fenotipo non si forma solo a partire dall’interazione tra l’eredità, il genotipo, l’ambiente, e l’ecotipo, ma per l’opera della componente individuale, lo psicotipo. Poiché il patrimonio genetico, che vive e interagisce con l’ambiente circostante, è diretto e governato da una struttura psichica che svolge un ruolo di regista.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 30, Numero 1, anno 2025
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